L'arte di Mario Alberto Agugiaro desidera farci
entrare in ciò che più di autentico ci rappresenta attraverso le esperienze del nostro io più
profondo: immagini oniriche sembrano confrontarsi per esprimere le creazioni dell'artista.
Laureato in medicina e chirurgia, con precedenti studi in storia dell'arte, attraverso la sua cultura Agugiaro riesce a vagliare le figure umane
andando al di là dello studio scientifico dell'anatomia.
Con corpi variopinti geometrizzati riesce a generare composizioni del tutto personali.
Esse sembrano travalicare la lezione cubista
nei tanti dipinti sul tema dell'umanità come "La
nuova sponda" e temi sociali sulla guerra.
Ma la trasposizione poliedrica delle figure non
sembra essere sufficiente ad Agugiaro per
rappresentare la sua intimità: le forme più
libere e più svariate, che esulano da ogni
schema geometrico, attraverso l'accostamento
dei colori più accesi, si confrontano in nuove
figure umane.
Esse riescono a trascendere la realtà per approdare alle immagini più ancestrali della nostra
memoria, tramite l'inconscio dell'artista.
Così Agugiaro stesso, infatti, si esprime: "L'istinto creativo si genera in noi stessi, vedendo qualcosa che nasce dentro e che vediamo materializzarsi in una armonia di linee e colori mentre attraverso la percezione visiva è capace di rendere
quello che sentiamo all'interno di noi e disperatamente cerca di uscire per entrare in
una dimensione nuova di comunicazione con
chi ci circonda."
Proprio nei dipinti intitolati "Visite archeologiche
subaquee", la "Grumatica" e le "Astrazioni",
l'artista affronta il mondo dell'interpretazione
più alta dell'immagine reale, mediante la sua
visione cromatica dalle infinite suggestioni
personali.
Ciò che più attrae sembra essere la capacità di
mettere in scena, attraverso la pittura, le sue
fantasmagoriche composizioni, per farci entrare
nel suo mondo fantastico come nei quadri
"Fuochi di Antartide" e nelle sue "Città asfittiche".
Quest'ultime sembrano volte a sottolineare
anche una visione politica dell'urbanistica nel
gioco dei grattacieli, ritratti a volte simili a
superfici aride, grigie e vuote (come in "La
baia"), altre volte infuocate come oscure
presenze di predoni che sembrano ghermire,
come nel dipinto intitolato "Fronte del porto".
Nel concatenarsi e susseguirsi di volumi geometrici, le figure umane di Agugiaro si confrontano
per dar vita ad una infinita gamma di variazioni
cromatiche.
Sembra come se una cinepresa girasse intorno
per scoprire il volume, come sculture a tutto
tondo, sulle dimensioni della superficie piana.
Sono i diversi aspetti tanto cari all'arte di Picasso, e a quella dei maestri del cubismo, dove
vengono rappresentate le diverse immagini
della figura - davanti e dietro, interno ed esterno
- sulle due dimensioni della superficie del
quadro.
Nelle composizioni più astratte, come nel dipin- to intitolato "Fuochi di antartide", le figure in
primo piano sembrano assumere l'aspetto dei
fantasmi dell'inconscio al quale l'artista sembra
proporre la propria identità fuori da ogni
schema geometrico.
I colori più accesi si mescolano fino a creare un
groviglio di anime tormentate, che si stagliano
sulle ombre chiare di improbabili edifici sul
fondo scuro.
È il tormento dell'anima, il male di vivere dal
quale molti grandi artisti nella storia hanno
saputo creare i loro più grandi capolavori. GIANFRANCO MISSIAJA . Critico d'arte Pitturiamo . 2021