cosa e come

  • …..e i modi di questa esperienza, iniziazione di fondo, viene realizzata da Agugiaro nella componente anatomica con l'idea di una dissezione geometrica di un corpo sottratto alle apparenze e sentito in una struttura archetipica nel gioco dell'ironia che tende a cancellare tutte le certezze. Il riferimento è l'uomo con il perseguimento di una anatomia che tende a ricostruire un'immagine dell'uomo stesso dove il visibile della pittura non sia più bidimensionale ma la cui pluridimensionalità includa non soltanto spazio fisico, geometria dei solidi e la prospettiva ma spazio mentale , cercando la dimensione dell'interiorità dell'inconscio, l'archetipo del centro e del circolo. Per cui il quadro è come un chiostro: un figurare il circolo, l'infinito, il quadrato, la determinazione delle regole di ogni costruzione. La pittura è un puzzle che mette in funzione l'ironia e l'istinto, con l'immaginazione come modo di conoscenza integrale e come linguaggio dell'inconscio, segno di una presa di contatto con il nostro profondo e nuovo modo di vivere la nostra struttura primaria, riattivandone gli archetipi e producendone i sintomi. Siamo aldilà delle illusioni delle avanguardie, del cubismo e del surrealismo verso quella costruzione dell'immaginario che è misura della creatività e della felicità perché consente di riscattare la quotidianità, l'esistenza del banale e vivere nell'immagine, nelle nostre immagini, l'arcano del simbolo. La materia è luogo di ambiguità, di molteplicità delle visioni e dei significati. Il colore è luogo delle "corrispondenze nelle quali si manifesta il rapporto corpo-immagine-uomo e corpo-paesaggio-natura-uomo. La pittura segna il massimo raggiungibile in questo suo ristabilire il rapporto originario tra energia e le sua materializzazioni e il suo tendere a tornare energia oltre l'addensamento e il coagulo, gesto appunto che ne crea le condizione riavvicinando i termini divenuti distanza incolmabile tra super-ego e inconscio. Il vissuto della carne in questa tensione del ritrovamento dei significati perduti sconvolge le definizioni e l'iconografia, ricongiunge immagini remote premonizioni e visioni future, ritrova linee e fantasie ossessive che uniscono i punti dell'Orsa nella navigazione ininterrotta del grande ritorno.

elio mercuri



L'arte di Mario Alberto Agugiaro desidera farci entrare in ciò che più di autentico ci rappresenta attraverso le esperienze del nostro io più profondo: immagini oniriche sembrano confrontarsi per esprimere le creazioni dell'artista. Laureato in medicina e chirurgia, con precedenti studi in storia dell'arte, attraverso la sua cultura Agugiaro riesce a vagliare le figure umane andando al di là dello studio scientifico dell'anatomia. Con corpi variopinti geometrizzati riesce a generare composizioni del tutto personali. Esse sembrano travalicare la lezione cubista nei tanti dipinti sul tema dell'umanità come "La nuova sponda" e temi sociali sulla guerra. Ma la trasposizione poliedrica delle figure non sembra essere sufficiente ad Agugiaro per rappresentare la sua intimità: le forme più libere e più svariate, che esulano da ogni schema geometrico, attraverso l'accostamento dei colori più accesi, si confrontano in nuove figure umane. Esse riescono a trascendere la realtà per approdare alle immagini più ancestrali della nostra memoria, tramite l'inconscio dell'artista. Così Agugiaro stesso, infatti, si esprime: "L'istinto creativo si genera in noi stessi, vedendo qualcosa che nasce dentro e che vediamo materializzarsi in una armonia di linee e colori mentre attraverso la percezione visiva è capace di rendere quello che sentiamo all'interno di noi  e  disperatamente cerca di uscire per entrare in una dimensione nuova di comunicazione con chi ci circonda." Proprio nei dipinti intitolati "Visite archeologiche subaquee", la "Grumatica" e le "Astrazioni", l'artista affronta il mondo dell'interpretazione più alta dell'immagine reale, mediante la sua visione cromatica dalle infinite suggestioni personali. Ciò che più attrae sembra essere la capacità di mettere in scena, attraverso la pittura, le sue fantasmagoriche composizioni, per farci entrare nel suo mondo fantastico come nei quadri "Fuochi di Antartide" e nelle sue "Città asfittiche". Quest'ultime sembrano volte a sottolineare anche una visione politica dell'urbanistica nel gioco dei grattacieli, ritratti a volte simili a superfici aride, grigie e vuote (come in "La baia"), altre volte infuocate come oscure presenze di predoni che sembrano ghermire, come nel dipinto intitolato "Fronte del porto". Nel concatenarsi e susseguirsi di volumi geometrici, le figure umane di Agugiaro si confrontano per dar vita ad una infinita gamma di variazioni cromatiche. Sembra come se una cinepresa girasse intorno per scoprire il volume, come sculture a tutto tondo, sulle dimensioni della superficie piana. Sono i diversi aspetti tanto cari all'arte di Picasso, e a quella dei maestri del cubismo, dove vengono rappresentate le diverse immagini della figura - davanti e dietro, interno ed esterno - sulle due dimensioni della superficie del quadro. Nelle composizioni più astratte, come nel dipin- to intitolato "Fuochi di antartide", le figure in primo piano sembrano assumere l'aspetto dei fantasmi dell'inconscio al quale l'artista sembra proporre la propria identità fuori da ogni schema geometrico. I colori più accesi si mescolano fino a creare un groviglio di anime tormentate, che si stagliano sulle ombre chiare di improbabili edifici sul fondo scuro. È il tormento dell'anima, il male di vivere dal quale molti grandi artisti nella storia hanno saputo creare i loro più grandi capolavori.  GIANFRANCO MISSIAJA . Critico d'arte Pitturiamo . 2021
 

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