LA NUOVA SPONDA


SEDOTTA E ABBANDONATA

olio 90x120

Chissà cosa dirà la gente...meglio cambiare aria

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RIMBROTTO E PERDONO

olio 80x120.

La birichina l'ha combinata grossa….ma è solo una bimba

PROVINO A LUCI ROSSE

olio 80x120.

Tutto per lo spettacolo anche se la proposta è decisamente HARD

Nel confronto di diverse esperienze, di una diversa 'nascita' culturale, si sviluppa il lavoro di tre interessanti operatori che vediamo riuniti in questa esposizione ( Galleria 5x5- via Garibaldi Roma, ndr). La coincidenza della volontà di rappresentazione attraverso il filtro della memoria li accomuna
e li rende tra loro oggetti di osservazione e soggetto di analisi.
Agugiaro spinge alla citazione la memoria epica del mito, ne rivela l'inconsistenza narrativa per
determinarne il fascino dell'impossibile e il gusto atavico dell'uomo per il 'fuori da sé' . Le sue favole sono occasioni di ripensamento sulla pittura dove alle ricostruzioni assai libere dell'immagine si
giunge con una forma pittorica avvolgente e spiraliforme; è la pittura che indaga su sé stessa, che ricerca l'origine delle paure, dei timori dell'uomo per confrontarli con il mistero della  presentazione. 
Massimo Riposati (1985)

L'annuncio destabilizzante.  olio 120x90

Staker balneare (il bagnino togo). olio 90x120


L'arte di Mario Alberto Agugiaro desidera farci entrare in ciò che più di autentico ci rappresenta attraverso le esperienze del nostro io più profondo: immagini oniriche sembrano confrontarsi per esprimere le creazioni dell'artista. Laureato in medicina e chirurgia, con precedenti studi in storia dell'arte, attraverso la sua cultura Agugiaro riesce a vagliare le figure umane andando al di là dello studio scientifico dell'anatomia. Con corpi variopinti geometrizzati riesce a generare composizioni del tutto personali. Esse sembrano travalicare la lezione cubista nei tanti dipinti sul tema dell'umanità come "La nuova sponda" e temi sociali sulla guerra. Ma la trasposizione poliedrica delle figure non sembra essere sufficiente ad Agugiaro per rappresentare la sua intimità: le forme più libere e più svariate, che esulano da ogni schema geometrico, attraverso l'accostamento dei colori più accesi, si confrontano in nuove figure umane. Esse riescono a trascendere la realtà per approdare alle immagini più ancestrali della nostra memoria, tramite l'inconscio dell'artista. Così Agugiaro stesso, infatti, si esprime: "L'istinto creativo si genera in noi stessi, vedendo qualcosa che nasce dentro e che vediamo materializzarsi in una armonia di linee e colori mentre attraverso la percezione visiva è capace di rendere quello che sentiamo all'interno di noi  e  disperatamente cerca di uscire per entrare in una dimensione nuova di comunicazione con chi ci circonda." Proprio nei dipinti intitolati "Visite archeologiche subaquee", la "Grumatica" e le "Astrazioni", l'artista affronta il mondo dell'interpretazione più alta dell'immagine reale, mediante la sua visione cromatica dalle infinite suggestioni personali. Ciò che più attrae sembra essere la capacità di mettere in scena, attraverso la pittura, le sue fantasmagoriche composizioni, per farci entrare nel suo mondo fantastico come nei quadri "Fuochi di Antartide" e nelle sue "Città asfittiche". Quest'ultime sembrano volte a sottolineare anche una visione politica dell'urbanistica nel gioco dei grattacieli, ritratti a volte simili a superfici aride, grigie e vuote (come in "La baia"), altre volte infuocate come oscure presenze di predoni che sembrano ghermire, come nel dipinto intitolato "Fronte del porto". Nel concatenarsi e susseguirsi di volumi geometrici, le figure umane di Agugiaro si confrontano per dar vita ad una infinita gamma di variazioni cromatiche. Sembra come se una cinepresa girasse intorno per scoprire il volume, come sculture a tutto tondo, sulle dimensioni della superficie piana. Sono i diversi aspetti tanto cari all'arte di Picasso, e a quella dei maestri del cubismo, dove vengono rappresentate le diverse immagini della figura - davanti e dietro, interno ed esterno - sulle due dimensioni della superficie del quadro. Nelle composizioni più astratte, come nel dipin- to intitolato "Fuochi di antartide", le figure in primo piano sembrano assumere l'aspetto dei fantasmi dell'inconscio al quale l'artista sembra proporre la propria identità fuori da ogni schema geometrico. I colori più accesi si mescolano fino a creare un groviglio di anime tormentate, che si stagliano sulle ombre chiare di improbabili edifici sul fondo scuro. È il tormento dell'anima, il male di vivere dal quale molti grandi artisti nella storia hanno saputo creare i loro più grandi capolavori.  GIANFRANCO MISSIAJA . Critico d'arte Pitturiamo . 2021
 

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