grumatica

LA CADUTA DI LUCIFERO. OLIO200X150

la caduta dell'angelo portatore di luci sotto il gesto violento di Dio,circondato dai serafini.

LE DIONISIACHE OLIO 2,50X120

La processione e le danze celebrative della festività orgiastica


I VIZI CAPITALI (catarsi umana) OLIO 3MX2M.

La lunga coda dell'umanità si avvolge sulla spirale che rappresenta i 7 vizi.

il cattivo governo olio 200x150
il cattivo governo olio 200x150

IL GRUMO

Il primo impatto con la grumatica è sconcertante. Si è di fronte ad una pittura che non è figurativa ma non è astratta, non è realista né surrealista, non è impressionista né espressionista ma la sintesi e l'antitesi di tutto ciò. Se ne percepisce l'idea ma non si riesce a dimensionare l'estensione, si intuisce il concetto ma non si riesce ad appropriarsi del soggetto e si rimane perplessi. Le masse policrome suggeriscono oggetti e soggetti ma si aggrovigliano e si scompongono nella percezione visiva confondendo le idee. Di primo acchito l'osservatore è portato a guardare le tele con curiosità e distacco. Poi, pian piano notando dapprima i particolari e ricomponendo mentalmente il tutto, quasi impercettibilmente ci si lascia coinvolgere dallo stato emotivo personale riuscendo a captare l'idea estrinsecata dall'artista. Il titolo del quadro, come un filo di Arianna contribuisce al lento dipanare delle sensazioni aggrovigliate convogliandole nella configurazione di un soggetto che delimita il concetto.

.....l'artista lascia capire la sua personalità attraverso il soggetto rappresentato, tramite le forme e i colori adoprati ma il soggetto rappresentato può essere captato da chi lo guarda in maniera diversa lasciando capire, tramite la nuova percezione, la personalità dell'osservatore. Ed è questa la novità della grumatica, la creazione di qualcosa di nuovo anche da parte dell'osservatore. D'altronde l'evoluzione della pittura doveva necessariamente approdare alla Grumatica. In ogni nuovo stile visivo si cristallizza un nuovo contenuto del mondo. Si tratta di sviluppi possibili solo nel corso del processo figurativo e appartengono alla storia dello spirito ma resterebbero inspiegabili senza il fattore interno, l'influenza continua dell'immagine, della 'forma sulla 'forma'. Sono parole di Heinrich Wolffline e sono parole particolarmente adatte alla Grumatica.

Camilla Stellacci (1984)

I

LUCIFERO  olio 2mx1,70m
LUCIFERO olio 2mx1,70m

Mario Agugiaro nelle sue opere struttura il contenuto
dell'inconscio fissandolo all'interno di un preciso
riferimento egoico. Le sue immagini ( in senso
psicoanalitico) si stagliano sulla tela condensandosi in masse cromatiche significanti. Egli lancia uno spunto, una traccia, a volte molto labile, ma che tuttavia viene colta
empaticamente dall'osservatore il quale, proprio da
quell'elemento isolato ricostruisce al proprio interno
con i dati fornitogli dall'inconscio l'immagine complessiva, originaria. Agugiaro in altre parole coglie il condensarsi dei contenuti inconsci in quelle che abbiamo definito ' immagini primordiali', archetipi. La struttura egoica di questo artista si confronta senza timore con l'entità corporeizzata, quasi fosse un David moderno che illumina, blocca nel tempo
in un momento preciso la dinamica inconscia nel suo organizzarsi in forme riuscendo cosi a portarla fino in superficie, fino alla percezione cosciente, alla connotazione linguistica. Agugiaro esprime attraverso il proprio lavoro
pittorico l'emergere dei contenuti inconsci permettendo al proprio io e naturalmente anche a quello dell'osservatore di 'fissare' subliminarmente l'immagine primordiale. Nel  "Lucifero' infatti l'azione descritta nella tela è intuibile dal fruitore. La figura divina si staglia in alto con l'indice accusatore che riassume in sé le due estremità bibliche. La Genesi e l'Apocalisse. Gli stessi colori utilizzati , il classico celeste e porpora , facilitano nell'osservatore la connotazione delle masse in quei riferimenti che la coscienza può afferrare , comprendere in quanto assimilabili alla propria struttura. La figura dell'angelo caduto viene ad emergere, nella mente di chi osserva, come un qualcosa che, pur non potendo essere chiaramente descritto o definito, pur non potendo essere cioè sottoposto a quell'esame di realtà che costituisce lo strumento privilegiato dell'me, è tuttavia intuibile e in qualche modo afferrabile. Le braccia di Lucifero, ad esempio, coerentemente al significato semantico del suo nome si trasformano gradualmente in fiaccole, in vampe di fuoco. Anche qui gli estremi si toccano perché il fuoco simbolo di sicurezza, di luce, di purificazione è anche il simbolo dell'odio e dell'aggressività, della distruzione.Questo lavorio assume in Agugiaro l'aspetto di una corporeizzazione di quelle che potremmo definire 'pre-forme' logiche. I grumatici dimostrano sia pure con modalità diverse che la realtà non è solo quella che siamo abituati a vedere grazie alla luce della coscienza, ma è un qualcosa di più complesso che richiede un continuo sforzo interpretativo e l'acquisizione da parte nostra di un linguaggio molto lontano da quello della logica egoica. D'altro canto l'inconscio è lì di fronte e dentro di noi pronto ad aprire i nostri occhi e ilnostro cuore. Le opere dei grumatici appaiono agli occhi del fruitore, al primo impatto, come qualcosa di 'strano' , di 'incongruente' , di 'inafferrabile' , così come al paziente di una psicoterapia inizialmente appare incomprensibile il significato profondo del sogno. Per entrare in esso si deve abbandonare quello che è il determinismo semantico della logica egoica cosi come analogamente ,per avvicinarsi alle tele dei grumatici è necessario lasciarsi trasportare dalle linee fino alla percezione non delle forme di una realtà sensibile ma alla percezione dell'immagine che in queste opere ha acquistato valore di simbolo. Il colore è l'elemento preliminare che deve essere accettato empaticamente dal fruitore per poter entrare e accostarsi alle opere stesse..

Angelo Pennella. Da 'Arte e psicanalisi'.


L'arte di Mario Alberto Agugiaro desidera farci entrare in ciò che più di autentico ci rappresenta attraverso le esperienze del nostro io più profondo: immagini oniriche sembrano confrontarsi per esprimere le creazioni dell'artista. Laureato in medicina e chirurgia, con precedenti studi in storia dell'arte, attraverso la sua cultura Agugiaro riesce a vagliare le figure umane andando al di là dello studio scientifico dell'anatomia. Con corpi variopinti geometrizzati riesce a generare composizioni del tutto personali. Esse sembrano travalicare la lezione cubista nei tanti dipinti sul tema dell'umanità come "La nuova sponda" e temi sociali sulla guerra. Ma la trasposizione poliedrica delle figure non sembra essere sufficiente ad Agugiaro per rappresentare la sua intimità: le forme più libere e più svariate, che esulano da ogni schema geometrico, attraverso l'accostamento dei colori più accesi, si confrontano in nuove figure umane. Esse riescono a trascendere la realtà per approdare alle immagini più ancestrali della nostra memoria, tramite l'inconscio dell'artista. Così Agugiaro stesso, infatti, si esprime: "L'istinto creativo si genera in noi stessi, vedendo qualcosa che nasce dentro e che vediamo materializzarsi in una armonia di linee e colori mentre attraverso la percezione visiva è capace di rendere quello che sentiamo all'interno di noi  e  disperatamente cerca di uscire per entrare in una dimensione nuova di comunicazione con chi ci circonda." Proprio nei dipinti intitolati "Visite archeologiche subaquee", la "Grumatica" e le "Astrazioni", l'artista affronta il mondo dell'interpretazione più alta dell'immagine reale, mediante la sua visione cromatica dalle infinite suggestioni personali. Ciò che più attrae sembra essere la capacità di mettere in scena, attraverso la pittura, le sue fantasmagoriche composizioni, per farci entrare nel suo mondo fantastico come nei quadri "Fuochi di Antartide" e nelle sue "Città asfittiche". Quest'ultime sembrano volte a sottolineare anche una visione politica dell'urbanistica nel gioco dei grattacieli, ritratti a volte simili a superfici aride, grigie e vuote (come in "La baia"), altre volte infuocate come oscure presenze di predoni che sembrano ghermire, come nel dipinto intitolato "Fronte del porto". Nel concatenarsi e susseguirsi di volumi geometrici, le figure umane di Agugiaro si confrontano per dar vita ad una infinita gamma di variazioni cromatiche. Sembra come se una cinepresa girasse intorno per scoprire il volume, come sculture a tutto tondo, sulle dimensioni della superficie piana. Sono i diversi aspetti tanto cari all'arte di Picasso, e a quella dei maestri del cubismo, dove vengono rappresentate le diverse immagini della figura - davanti e dietro, interno ed esterno - sulle due dimensioni della superficie del quadro. Nelle composizioni più astratte, come nel dipin- to intitolato "Fuochi di antartide", le figure in primo piano sembrano assumere l'aspetto dei fantasmi dell'inconscio al quale l'artista sembra proporre la propria identità fuori da ogni schema geometrico. I colori più accesi si mescolano fino a creare un groviglio di anime tormentate, che si stagliano sulle ombre chiare di improbabili edifici sul fondo scuro. È il tormento dell'anima, il male di vivere dal quale molti grandi artisti nella storia hanno saputo creare i loro più grandi capolavori.  GIANFRANCO MISSIAJA . Critico d'arte Pitturiamo . 2021
 

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