segno e colore

LA DISPERATA. olio 50X70

LE BAGNANTI  olio 180x120

PRINCESA (part.)   olio 120x90

                                                       L'uomo smarrito.   100x 120. olio


                                               Vaccino-ultima spes.  olio 80x100

                     Amore e Psiche. olio 80x100

Figlio d'arte e autodidatta fin dall'infanzia è cresciuto artisticamente alla scuola dei grandi del Rinascimento ( a quattordici anni poteva vantarsi di aver copiato tutti i nudi della Cappella Sistina). Dal punto di vista tecnico si è avvalso dei consigli dell'ottimo pittore Paolo Bernardini (NESSUNO). Dal suo amico e maestro si distaccava poi nella tematica dei propri racconti e si avviava alla ricerca di una propria linea di espressione che passava attraverso esperienze metafisiche (con le quali otteneva numerosi e importanti riconoscimenti)per approdare da circa un anno a quella che è la sua linea attuale: un espressionismo estremo nel quale sembrano fondersi tutte le influenze del passato e dalle quali l'artista non vuole distaccarsi.

'Ho imparato da tutti - ama ripetere- e continuerò ad imparare per non avere a modello me stesso. Raccogliere le esperienze di altri per poi filtrarle nella propria sensibilità vuol dire accelerare il cammino verso prospettive nuove nell'arte, un cammino fatto di continuità in una logica evolutiva'.

Le figure ricordano miti e sogni dell'uomo soggiogato dall'aspetto traumatico del problema dell'esistenza e condizionato dalla ricerca di fatti, di valori e di realtà che possono affrancarlo dalla schiavitù dall'ambiente stesso reso da un susseguirsi di ombre, da un gioco esasperato delle immagini e dalla presenza di finzioni che esprimono valori di cose spesso lontane.

Uomini e oggetti narrano con compiuta compostezza fatti, misteri e sembianze lontane. Linee e ombre si alternano nel loro racconto che nulla toglie all'immaginazione e rafforzano la loro espressività con tratti decisi e pieni di spazio.

Nulla è lasciato al caso e all'improvvisazione ma l'artista rimarca le sue creazioni con ampi segni drammatici quasi a voler trasferire nell'osservatore un turbamento interiore e a porgergli un invito ad un'osservazione attenta dell'intimità dell'uomo.


Benito Corradini (1982)

I


L'arte di Mario Alberto Agugiaro desidera farci entrare in ciò che più di autentico ci rappresenta attraverso le esperienze del nostro io più profondo: immagini oniriche sembrano confrontarsi per esprimere le creazioni dell'artista. Laureato in medicina e chirurgia, con precedenti studi in storia dell'arte, attraverso la sua cultura Agugiaro riesce a vagliare le figure umane andando al di là dello studio scientifico dell'anatomia. Con corpi variopinti geometrizzati riesce a generare composizioni del tutto personali. Esse sembrano travalicare la lezione cubista nei tanti dipinti sul tema dell'umanità come "La nuova sponda" e temi sociali sulla guerra. Ma la trasposizione poliedrica delle figure non sembra essere sufficiente ad Agugiaro per rappresentare la sua intimità: le forme più libere e più svariate, che esulano da ogni schema geometrico, attraverso l'accostamento dei colori più accesi, si confrontano in nuove figure umane. Esse riescono a trascendere la realtà per approdare alle immagini più ancestrali della nostra memoria, tramite l'inconscio dell'artista. Così Agugiaro stesso, infatti, si esprime: "L'istinto creativo si genera in noi stessi, vedendo qualcosa che nasce dentro e che vediamo materializzarsi in una armonia di linee e colori mentre attraverso la percezione visiva è capace di rendere quello che sentiamo all'interno di noi  e  disperatamente cerca di uscire per entrare in una dimensione nuova di comunicazione con chi ci circonda." Proprio nei dipinti intitolati "Visite archeologiche subaquee", la "Grumatica" e le "Astrazioni", l'artista affronta il mondo dell'interpretazione più alta dell'immagine reale, mediante la sua visione cromatica dalle infinite suggestioni personali. Ciò che più attrae sembra essere la capacità di mettere in scena, attraverso la pittura, le sue fantasmagoriche composizioni, per farci entrare nel suo mondo fantastico come nei quadri "Fuochi di Antartide" e nelle sue "Città asfittiche". Quest'ultime sembrano volte a sottolineare anche una visione politica dell'urbanistica nel gioco dei grattacieli, ritratti a volte simili a superfici aride, grigie e vuote (come in "La baia"), altre volte infuocate come oscure presenze di predoni che sembrano ghermire, come nel dipinto intitolato "Fronte del porto". Nel concatenarsi e susseguirsi di volumi geometrici, le figure umane di Agugiaro si confrontano per dar vita ad una infinita gamma di variazioni cromatiche. Sembra come se una cinepresa girasse intorno per scoprire il volume, come sculture a tutto tondo, sulle dimensioni della superficie piana. Sono i diversi aspetti tanto cari all'arte di Picasso, e a quella dei maestri del cubismo, dove vengono rappresentate le diverse immagini della figura - davanti e dietro, interno ed esterno - sulle due dimensioni della superficie del quadro. Nelle composizioni più astratte, come nel dipin- to intitolato "Fuochi di antartide", le figure in primo piano sembrano assumere l'aspetto dei fantasmi dell'inconscio al quale l'artista sembra proporre la propria identità fuori da ogni schema geometrico. I colori più accesi si mescolano fino a creare un groviglio di anime tormentate, che si stagliano sulle ombre chiare di improbabili edifici sul fondo scuro. È il tormento dell'anima, il male di vivere dal quale molti grandi artisti nella storia hanno saputo creare i loro più grandi capolavori.  GIANFRANCO MISSIAJA . Critico d'arte Pitturiamo . 2021
 

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